Rosa Parks. Una sola parola

immagine di copertina

Ci sono momenti in cui una sola parola cambia la storia, in cui una giornata come un’altra assume un significato duraturo, persino eterno. E ci sono lotte in cui un individuo solitario diventa un leader che trasforma il mondo. Quando Rosa Parks si rifiutò di obbedire all’ordine del conducente di autobus che le intimava di cedere il suo posto a un passeggero bianco e lei rispose con una sola parola “No”, suonò la campana del cambiamento nella storia degli afroamericani. Molti altri presero parte a quel movimento nato da anni di frustrazioni e ingiustizie, e Rosa Parks fu l’elemento catalizzatore e il perno del cambiamento.
Incontrai per la prima volta Rosa Parks presso il campus della Soka University of America, il 30 gennaio 1993, e fui immediatamente colpito dalla sua personalità accogliente e materna. Questa, pensai, doveva essere la gentilezza da cui tutti erano affascinati. Stava per compiere ottant’anni e aveva sopportato tanto nella vita, eppure sulle labbra aveva sempre un calmo sorriso. Era una persona umile, ma si vedeva chiaramente che la sua convinzione era incrollabile.
In un sondaggio pubblicato negli Stati Uniti nel 1993, in cui venne chiesto a storici e studiosi quale fosse la figura femminile americana più influente del XX secolo, Rosa Parks risultò al terzo posto. […]

Contenuto riservato agli abbonati


buddismoesocieta.org